Rapidi cenni

Il 13 gennaio 1672 nasce in Corneto Tarquinia LUCIA FILIPPINI.
Pochi mesi dopo, il 22 dicembre, perde la mamma, la nobile Maddalena Picchi Falzacappa.
Il 31 maggio 1679 muore Filippo Filippini. Lucia ha sette anni: rivela già un gran cuore, tanta capacità di riflessione e prontezza di intuito.
L’esigenza di tenerezza in Lucia si esprime nella devozione alla Mamma del Cielo, nella docilità verso i parenti che la ospitano e la educano.

Invito di un Padre

Lucia è nella pienezza dell’adolescenza: sedici anni, quando incontra il cardinal MARCANTONIO BARBARIGO, Vescovo di Montefiascone e Corneto. A Lui esprime il desiderio di consacrarsi a Dio.


A Montefiascone trascorre qualche anno, ospite del Monastero di S. Chiara, dove completa la sua formazione.
Nel raccoglimento la sua anima si lascia invadere sempre più dall’amore di Dio e delle anime e si orienta verso la totale donazione di sé.

Al timone

Lucia, dotata di vivace intelligenza, di eccezionale senso pratico, di prudenza, di fede, riceve dal Cardinale l’incarico di dirigere le Scuole appena istituite. Prevede le difficoltà dell’opera nascente ed, esita ad accettare.

Ma quando la luce del Cristo inonderà la sua anima e le farà comprendere l’importanza dell scuole per il risanamento e l’elevazione del popolo, allora accetterà senza riserve e vivrà integralmente la missione di Maestra. Lucia ha soltanto vent’anni.

La grande avventura

Lucia, spinta dall’amore di Dio, osa tutte le avventure e tenta ogni rischio per anime. Nella sua scuola si alternano alle lezioni, il canto, la preghiera, il lavoro. Si fila e si tesse; il lavoro è considerato componente primaria della formazione umano-sociale delle giovani.
Spesso occorre a confortare, ad aiutare le persone malate nelle proprie case o negli ospedali.


Non trascura di visitare le scuole da lei fondate, per incoraggiare, sostenere, esortare Maestre ed alunne. Il suo peregrinare è disagiato, eppure giunge sempre sorridente lodando Dio.
E’ solita riunire per otto giorni le ragazze prossime alle nozze, le istruisce sugli obblighi e responsabilità del nuovo stato, e a conclusione della sua catechesi prematrimoniale, dà suggerimenti per una vita santa e serena.

Missionaria per le strade d’Italia

Lucia invita le mamme per la preghiera, la lettura spirituale e la meditazione. Esse rispondono accorrendo numerose.
Tiene gli Esercizi Spirituali alle giovani e alle donne, che la superficialità del tempo rendeva spesso disattente ao problemi dello spirito.
Spinta da una forte carica missionaria, Lucia va alla ricerca delle persone smarrite. Col Crocifisso in mano percorre paesi e città, annunzia l’amore di Cristo, la bellezza della virtù.
La sua parola sconvolge e converte.


Attenta e generosa ai bisogni altrui, dimentica se stessa.
Alla sorella che spesso le inviava doni personali, Lucia era solita rispondere sorridendo: “Mia buona sorella, io ho mandato tutto in Paradiso”.
Sollecitata dall’amore di Cristo, Lucia va alla ricerca delle donne perdute, con materna delicatezza, con instancabile premura, ed ha la gioia di ricondurne molte a Cristo. Per chi non crede, prega ed opera coraggiosamente.
Nel suo dialogo affettuoso diceva un giorno ad una persona: “Figlio mio, quanto gusto daresti al Paradiso col convertirti!…”.

Ricchezza di una personalità

Quale l’aspetto di Lucia?
“Sereno, giovanile per il riflesso della grazia che illuminava il suo volto, per il calore che ella sapeva infondere al suo eloquente messaggio…”.
Quale il suo carattere?
Sensibile alle difficoltà di un’epoca assai travagliata della storia d’Italia e del Lazio in particolare, si chinava sulla sofferenza della povera gente, mostrando comprensione e capacità organizzativa nella creazione e direzione di nuove attività.


Lucia si muove senza una falsariga che le indichi il cammino, in lotta continua, sulla strada dell’imprevedibile… piena di fiducia nella Provvidenza Divina.
La sua azione ha il timbro dell’amore potente ed inconfondibile: l’amore di Dio. Lucia ama; per questo la sua anima loda ed opera in Colui che compie “cose grandi”.
Le sfumature della carità caratterizzano la sua vita, il suo atteggiamento, i suoi contatti quotidiani.
Una gentilezza squisita spira dal suo tratto… accoglie con la stessa affabilità i piccoli, gli adulti, gli umili ed i grandi del suo tempo, i poveri e gli esponenti della nobiltà.
L’amicizia è per Lucia un dono: le principesse romane Altieri rimarranno sempre presenti nel suo animo gentile e riconoscente:
“Io intanto non mancherò di tener raccomandata al Signore l’eccellenza vostra con tutti dell’Ecc.ma Casa e la Signora Principessa Pallavicini…”.
“Mi pare di non potere stare più senza scrivere alla mia cara Signora Principessa che sempre porto nel cuore, per la sua grande bontà e prego il Signore a darle sempre più spirito e fervore… prego per tutta la famiglia…”. (Da una lettera alla Principessa Altieri)
“Gesù, che può, darà tutto, sì per l’anima che per il corpo. Ci dia tutto quello che conosce sia necessario per sempre più servirlo e con più fervore amarlo”. (Da una sua lettera)
La tendenza alla contemplazione non la distacca dall’ambiente, dalle persone, ma la immerge sempre più nel tessuto vivo del popolo.
Profondamente umana, è attenta, delicata e generosa anche con gli immeritevoli.

Come grano che muore

La prudenza e l’abilità di Lucia Filippini riescono a consolidare l’opera, fino a quando amministratori infedeli la combattono con le armi più sleali e riducono le scuole sull’orlo del precipizio.
Lucia trascorre giorni amari di persecuzione e di abbandono dopo la morte del cardinale Barbarigo; dirige sola le scuole continuando a lottare per la loro minacciata sopravvivenza.


Un tumore maligno viene a straziare il suo corpo. Il 25 marzo 1732, festa della Annunciazione, mentre dalla Cattedrale di Montefiascone giungono le note dell’Ave Maris Stella, Ella spira dolcemente.Con Lucia ricordiamo oggi le Maestre Pie che hanno continuato il suo cammino e tramandato fedelmente a noi il suo messaggio.